Tra tradizione e futuro
Ombretta Lombardi e la Misericordia come grande famiglia
Incontrando la signora Ombretta Lombardi, storica volontaria della Misericordia di San Casciano in Val di Pesa e oggi membro del Magistrato eletto nel 2024, si ha la sensazione di trovarsi davanti a una donna che incarna perfettamente la continuità tra passato e futuro.
La sua voce, calma ma determinata, racconta una Misericordia che non è solo un’organizzazione, ma una comunità viva, accogliente, una grande famiglia.
“La Misericordia è una grossa comunità che sa accogliere”, ci dice quasi all’inizio. E in questa frase si racchiude tutto: il senso di appartenenza, il legame umano, la reciprocità. Perché, come sottolinea, “i volontari danno molto, ma anche la Misericordia dà molto ai suoi volontari.”
Un dare e ricevere continuo, fatto di relazioni, di esperienze e di un linguaggio comune. Per Ombretta, infatti, la cultura della cura si esprime prima di tutto attraverso il linguaggio: nel modo in cui ci si rivolge agli altri, nella gentilezza delle parole, nella disponibilità all’ascolto.
“Incontrare persone che mostrano gratitudine è sempre bello, fa sempre piacere”, racconta, ma aggiunge che il valore della Misericordia va ben oltre il servizio sanitario: è anche costruzione di comunità.
Nelle sue parole si percepisce una fiducia nel futuro, alimentata dalla presenza di molti giovani che partecipano con entusiasmo e buona volontà. Ombretta li guarda con affetto: “Li considero come figli”, dice sorridendo, e confessa che lo stesso atteggiamento lo condivide il marito, anch’egli volontario della Mise.
Il rapporto tra giovani e decani è buono, fondato sul rispetto reciproco e sulla volontà di tramandare un modo di essere, prima ancora che un insieme di competenze.
Quando le chiediamo che valore abbia oggi il servizio della Misericordia per i giovani, Ombretta lo definisce “formativo ma anche impattante”: un’esperienza che ti mette inevitabilmente in contatto con la fragilità umana, con la malattia e talvolta con la morte. È un percorso che fa crescere, che educa alla sensibilità e al rispetto della vita.
All’interno della comunità sancascianese, la Misericordia ha un peso specifico importante. È un presidio riconosciuto e rispettato, un punto di riferimento costante. “Lo si vede nelle ricorrenze più importanti, a partire dalla Festa Patronale della Madonna del Santo Rosario”, racconta. La presenza della Misericordia in queste occasioni testimonia il suo radicamento profondo nel territorio.
Dal punto di vista istituzionale, Ombretta spiega che la Misericordia gode di una considerazione significativa: i rapporti con il Comune e le istituzioni locali sono buoni, improntati all’ascolto reciproco.
Durante i periodi più difficili, come quello della pandemia da Covid-19, questa collaborazione si è rivelata essenziale per mantenere saldo il senso di vicinanza e prossimità alla cittadinanza.
C’è però ancora molto da fare per consolidare la percezione della Misericordia come presidio territoriale. “Bisogna avviare opere che facilitino il nostro lavoro — spiega — come ad esempio l’elisoccorso.”
Un segnale concreto di come l’impegno di Ombretta, oggi anche come amministratrice, guardi al futuro con spirito costruttivo.
Nel corso della conversazione emerge anche un aspetto più interno: il rapporto tra la parte dei servizi e quella più volontaristica. Ombretta riconosce che ci sarebbe bisogno di maggiore unitarietà e coesione, ma precisa che all’esterno “la gente non percepisce questa differenza”.
Quando le chiedo come si possa rafforzare questo equilibrio, risponde con una sola parola: “Mutualità.” Mutualità come legame, come attenzione reciproca, come modo “altro” di fare le cose.
Alla Misericordia, dice, “si chiede un contributo, ma non si mette mai una tariffa”: un principio che riflette l’essenza stessa della solidarietà. La prossimità, per Ombretta, è nel senso più alto del termine: la capacità di esserci, di tendere la mano, di riconoscere il bisogno altrui.
Eppure, nonostante San Casciano resti una comunità solidaristica e coesa, Ombretta non nasconde la sua preoccupazione: “Questi valori stanno un po’ scemando. I giovani mostrano questa tendenza, anche se ci sono eccezioni, e per fortuna.”
Per questo ritiene fondamentale attivare corsi di formazione: un modo per avvicinare nuove generazioni e valorizzare la componente sanitaria, che oggi sembra attrarle di più. Quando, verso la fine del nostro incontro, le chiediamo cosa rappresenti davvero per lei la
Misericordia, non esita un secondo: “È una grande famiglia.”
E in quelle parole c’è tutto. L’appartenenza, la gratitudine, la continuità. Ombretta Lombardi è la testimonianza viva di una Misericordia che sa guardare avanti senza perdere la propria anima.
La sua voce unisce memoria e futuro, ricordandoci che il volontariato non è solo un servizio, ma
una forma di prossimità che tiene insieme le persone, le generazioni e la comunità intera.

